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Disturbo ossessivo-compulsivo

Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da due manifestazioni sintomatologiche principali: le ossessioni e le compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti come intrusivi o inappropriati, che causano ansia o disagio marcati, diversi dalle semplici preoccupazioni degli eventi della vita reale;la persona riconosce che tali pensieri, impulsi o immagini sono un prodotto della propria mente e tenta di ignorarli, sopprimerli o neutralizzarli con altri pensieri o azioni.
Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che il paziente deve obbligatoriamente mettere in atto in risposta a un’ossessione, seguendo regole rigide, allo scopo di prevenire o ridurre il disagio o alcuni eventi o situazioni temuti; i comportamenti o le azioni mentali sono eccessivi o non sono collegati in modo realistico a ciò che devono neutralizzare o prevenire.
La persona affetta da disturbo ossessivo-compulsivo presenta alcune caratteristiche cognitive:il senso di responsabilità, la sovrastima del rischio, il bisogno di controllo, l’intolleranza dell’incertezza, il rimugino dubitativo e il perfezionismo.

Le persone con Disturbo ossessivo compulsivo si considerano responsabili di qualsiasi evento negativo sul quale abbiano anche un remotissimo potere di influenza sia nel determinarlo che nel prevenirlo.

Il profondo senso di responsabilità è accompagnato dal timore per una colpa che l’ossessivo immagina talmente grave da non essere affrontabile e sopportabile, se l’evento temuto si verificasse.

Il soggetto sviluppa, quindi, un‘attenzione selettiva elevatissima riguardo qualunque particolare possa essere associato all’evento temuto. Il suo senso di responsabilità è collegato alla percezione di un’eccessiva influenza personale sugli eventi che fa sentire la persona onnipotente, come se tutto dipendesse da lui, dalle sue azioni, a volte anche dai suoi pensieri.

Le persone con disturbo ossessivo compulsivo presentano una grande difficoltà nell’esplorare i propri desideri e i propri scopi.

Lo scopo principale dell’ossessivo è “essere amabile” e tenta di raggiungerlo cercando di “essere non responsabile/colpevole di danno”. I rituali diventano allora lo strumento principale per il raggiungimento di questo scopo e poiché il danno temuto in genere non si verifica , l’ossessivo associa il suo non sentirsi non colpevole al non sentirsi colpevole del danno temuto che non si è verificato, almeno per questa volta.

L’obiettivo di tutto il suo agire è raggiungere la certezza di non essere colpevole/responsabile.
Il mondo degli ossessivi è costantemente determinato dall’evitamento di tutti gli stimoli (pensieri compresi) che potrebbero dar origine alla infinita serie di ossessioni e compulsioni; l’isolamento dagli altri e la perdita di libertà portano ad un abbassamento del tono dell’umore e ad una autosvalutazione che mina fortemente la fiducia nelle proprie capacità e nella possibilità di cambiamento.
Il paziente ossessivo non tollera errori, ambiguità o incertezze, insegue la certezza assoluta o la soluzione perfetta e si impegna per trovarla. Una delle credenze centrali dell’ossessivo è la fusione “pensiero-azione”, cioè la credenza che “pensare qualcosa equivale a farla”.
È attorno a questi schemi rappresentati da senso di responsabilità/sentimento di colpa/indegnità che si struttura e si articola il pensiero dell’ossessivo-compulsivo.
I sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo crescono e scemano in relazione alla presenza o all’assenza di stress nella vita del soggetto. Si può verificare un miglioramento col ridursi della tensione, mentre un aumento dello stress o il ritorno della situazione originaria precipitante peggiora la sintomatologia.