Da sempre la tradizione, l’educazione, una certa forma di riserbo relazionale hanno portato a sottovalutare i problemi interni ad una coppia e scoraggiare una richiesta di aiuto nei momenti importanti di crisi coniugale.
Talora, se si sta male nel rapporto, si sceglie la strada della psicoterapia individuale, ma nonostante questa esperienza possa portare a profonde consapevolezze rispetto alla situazione, non riesce a risolvere le problematiche inerenti alla coppia.
Ciò accade perché la psicoterapia individuale offre l’opportunità all’individuo di maturare e sostenere le proprie decisioni riguardo alla propria vita, anche di coppia, ma non può pienamente operare sulle sue dinamiche.
Il “luogo” migliore, infatti, per lavorare sulla relazione, è proprio la coppia, poiché sono le persone coinvolte nel rapporto che danno vita a quel legame che s’intende curare.
Ciò detto, la scelta di una terapia individuale o di coppia, va sempre concordata con il terapeuta, che dovrà valutare attentamente l’adeguatezza del tipo di intervento al problema che il richiedente pone. È chiaro, infatti, che molti problemi di coppia nascano da cambiamenti di uno dei due membri, che però fatica a sostenerli e a renderli compatibili con la relazione; mentre ansie, sensi di colpa e malesseri di altro tipo, vissuti esclusivamente da uno dei due, possono essere frutto di un disequilibrio nella coppia.
La richiesta di “cambiamento del rapporto” spesso nasce proprio dalla constatazione che i “cambiamenti personali” non coincidono con quelle che, fino ad un dato momento, sono state le esigenze della coppia: le differenze tra i bisogni individuali di ognuno sembrano diventare sempre più incolmabili e gli stessi valori su cui si fondava la relazione di coppia vengono messi fortemente in discussione. Nessuno dei due si riconosce più nell’altro e nel rapporto.
A volte si scopre che la direzione data alla relazione fino a questo momento, forse non era nemmeno un obiettivo condiviso e vengono a mancare quei punti di riferimento mai contestati prima: la condivisione, la complicità, la fiducia, la stabilità. Può capitare che mentre uno pensava di camminare affianco all’altro, questi invece si è sempre sentito da solo; o magari entrambi hanno vissuto dei momenti della vita insieme nell’illusione di perseguire gli stessi obiettivi.
Ecco che individuare il tipo d’intervento più corretto, non è un fatto scontato, che si possa fondare sulle impressioni più superficiali.
La richiesta di una psicoterapia di coppia è un fenomeno relativamente recente e in crescita nel panorama italiano ed è dovuto all’aumento della sensibilità verso certe problematiche: i ruoli maschili e femminili non sono più ben definiti come prima e ingenerano negli individui disorientamento e confusione; l’eccessiva presenza o l’assenza della propria famiglia d’origine esercita un peso non trascurabile sulla coppia; l’educazione dei figli spesso si trasforma in una sfida che mette a dura prova il legame tra i genitori.
Le coppie tendono a farsi aiutare quando la tensione e la conflittualità ha raggiunto livelli molto alti, spesso esplosivi.
E’ prevalentemente la donna a prendere l’iniziativa, per esempio chiamare per fissare un appuntamento, mentre l’uomo tende a rimandare o seguire la moglie per accontentarla. Più raramente è l’uomo a chiamare e in questi casi si attiva per salvare un matrimonio o una famiglia dalla volontà di rottura della moglie.
In ogni caso, l’iniziativa di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per risolvere i problemi di coppia porta con sé una costellazione di ansie specifiche. Queste possono riguardare il contatto con la realtà emotiva, la paura che uno scambio profondo possa rivelare sentimenti, fantasie, sogni o desideri destabilizzanti oppure possa esacerbare il conflitto.
Quando non è l’individuo, ma la relazione a soffrire, perché incapace di soddisfare le attese delle due parti, il legame, da motivo di gioia diventa causa di tristezza e dolore. Molte persone si sentono paralizzate da una serie di problematiche presenti all’interno della loro relazione, che conferiscono un profondo stato di malessere ad entrambi e ai quali, da soli, per quanti sforzi si facciano, non riescono a trovare una soluzione efficace.
Alcuni partners cominciano ad avvertire in modo sempre più impellente l’esigenza di un cambiamento radicale, vivono un evidente disagio, ma nonostante la consapevolezza del malessere, non sanno in che maniera poter cambiare la situazione, da dove poter cominciare, cosa potersi aspettare, dove poter arrivare. Spesso le fantasie che ognuno matura in merito ad un ipotetico cambiamento (proprio, altrui o della coppia), si scontrano con quelle dell’altro o vengono fraintese a causa di modalità comunicative poco inclini all’ascolto e ad un atteggiamento di stanchezza e sfiducia verso l’altro che, inevitabilmente, acuisce l’incomprensione e il conflitto. La relazione, allora, può diventare sempre più aggressiva e litigiosa o sfociare in una progressiva forma di allontanamento, nell’illusione di soffrire di meno, che acuisce tuttavia l’incomunicabilità. Ogni piccolo gesto o parola diventa fonte di malcontento o un pretesto di litigio e la quotidianità, in tutte le sue manifestazioni, si trasforma in intolleranza, insoddisfazione.
In molti casi, le difficoltà della vita insieme, insorgono durante periodi in cui la coppia va incontro a cambiamenti fisiologici, ovvero nel passaggio dal fidanzamento al matrimonio, durante la nascita dei figli, nell’affrontare scelte di vita impegnative (la lontananza/vicinanza dalla rispettive famiglie d’origine, un investimento economico importante, l’educazione dei figli, coltivare interessi personali che richiedono di passare più tempo fuori casa, un trasferimento per motivi di lavoro), di fronte al pensionamento, ad un grave lutto; in tali casi la coppia può scegliere di farsi carico del suo disagio e rivolgersi ad uno specialista.
In altre circostanze, invece, uno o entrambi i partners si ritrovano a non essere più coinvolti emotivamente dall’altro, a perdere interesse per la persona che hanno a fianco senza capire come siano arrivati a questa situazione; eppure, non riescono a staccarsi da colui o colei che fino a non molto tempo prima hanno amato. La percezione dell’altro cambia, si comincia a diventare insofferenti verso qualsiasi manifestazione del carattere del partner e il legame risulta sempre più compromesso, col rischio di arrivare al tradimento.
Capita anche frequentemente che le coppie chiedano di essere aiutate nel loro ruolo di genitori: di fronte a bambini o adolescenti che mettono in crisi le competenze genitoriali suscitando nei coniugi un forte senso di impotenza, frustrazione, rabbia. In queste circostanze, scegliere di cominciare un percorso di coppia, può avere risvolti positivi su tutta la famiglia, migliorando la qualità delle relazioni all’interno di tutto il nucleo familiare, oltre al benessere individuale.
Le coppie, come già accennato, possono necessitare di un aiuto nella gestione del rapporto con le proprie famiglie d’origine, magari troppo intrusive nella vita dei due partners. Anche in questo caso, una psicoterapia può costituire un valido aiuto in grado di influenzare favorevolmente i rapporti con i rispettivi parenti.
Da non sottovalutare è anche l’entrata nell’età matura, con tutte le conseguenze che essa porta: fantasie di abbandono del partner, di morte, sentimenti di fragilità ed impotenza, spesso legati al calo del desiderio sessuale reciproco. Nello specifico, i problemi sessuali sono conseguenti a cause fisiche oppure psicologiche: ad esempio, una diminuzione del desiderio potrebbe derivare da una ridotta produzione femminile di estrogeni o di testosterone negli uomini. Tra altre comuni cause organiche di calo della libido, si annoverano il biologico processo dell’invecchiamento, situazioni di stress e affaticamento fisico. Tra le cause psicologiche, la depressione e l’ansia, sono sicuramente le più comuni. Tutto questo può sfociare nella totale o parziale frigidità della donna, che accusa rapporti dolorosi se non impossibili (vaginismo e dispareunia) e nella difficoltà di erezione negli uomini. Alcune volte è normale incorrere in periodi “no” della coppia, ma se questi sono continuativi nel tempo e si accompagnano all’avversione e all’evitamento del partner, sarà necessario intervenire con una precisa terapia, che vada ad indagare profondamente la sfera delle emozioni, principalmente quelle legate o derivanti da scarsa autostima e fiducia nell’altro, eventuali quadri depressivi, ansiosi, paura della sessualità, sensi di colpa ed eventuali traumi subiti, sia fisici che psicologici.
La terapia di coppia aiuta a riscoprire l’intimità, ossia il legame affettivo che implica condivisione; a svelare rancori sopiti che minano la disponibilità reciproca e inasprisce il malanimo; ad accogliere le reciproche differenze; ad accettare la possibilità che l’altro entri in contatto anche con la nostra vulnerabilità, spesso nascosta da una forzata adeguatezza. Promuove la libertà di poter esprimere i propri sentimenti senza paura del giudizio; la disponibilità a tollerare che un legame intenso ed importante ci esponga alla possibilità di sperimentare dolore; un vicendevole scambio emotivo, aperto e senza difese, basato sulla fiducia e sul desiderio di fare l’altro partecipe dei nostri vissuti.
L’intimità si fonda sul rispetto delle differenze del partner, rispetto che ci predispone ad accogliere “il modo di sentire dell’altro”, condividere con lui/lei “il nostro modo di sentire” e dare vita ad una nuova possibilità di relazione.
La crisi non è necessariamente un corridoio che porta alla rottura.
Solitamente si attribuisce alla crisi solo il significato negativo, dimenticandosi dell’altra faccia della medaglia, che è la possibilità di una risoluzione positiva del problema.
L’esperienza clinica dimostra che talvolta le crisi portano ad un miglioramento nella qualità della relazione di coppia, in termini di soddisfazione reciproca da parte dei partner. L’impressione è che il grado di benessere faticosamente raggiunto non sarebbe stato possibile senza il viaggio attraverso un periodo di crisi, che per quanto doloroso, ha permesso di uscire da un periodo di insoddisfazione reciproca.